Il paradosso dell'Orso Bianco. Quando il tentativo di soppressione rinforza il pensiero!

Quante volte ci è stato detto “ma sì, non ci pensare!” e quante volte abbiamo cercato di sopprimere un pensiero involontario? Già nel 1863 Dostoevsky annotava “Prova a darti questo compito: non pensare all'orso bianco. Vedrai che quella cosa maledetta ti verrà in mente ogni minuto!”. E aveva ragione. Più di un secolo dopo, Wegner e colleghi hanno testato questo effetto chiedendo alle persone di verbalizzare il proprio flusso di coscienza per 5 minuti, cercando di evitare di pensare a un orso bianco. Il risultato? Ironicamente, il tentativo di soppressione aumentava la frequenza del pensiero stesso! Ma perché succede? Cerchiamo attivamente di evitare un pensiero, attiviamo due processi: uno automatico che monitora costantemente quel pensiero per assicurarsi di non pensarci e uno controllato che cerca di pensare ad altro. Monitorare il pensiero dell’orso bianco, però, fa sì che rimanga sempre costantemente attivo.

Questi processi persistono finché sono disponibili motivazione e risorse cognitive. Quando scarseggiano, il pensiero riemerge con maggiore forza, essendo stato attivo per tutto il tempo.

Come possiamo evitare che un pensiero indesiderato riemerga quando non vogliamo? Evidenze scientifiche supportano alcune strategie:

• scegliere un distrattore coinvolgente,
• provare a posticipare il pensiero dedicandogli un momento specifico della giornata,
ridurre il multitasking per preservare le risorse cognitive
• sperimentare la meditazione e la Mindfulness, che sembrano rafforzare il controllo mentale.